10 meeting INTERNAZIONALI che Milano dovrebbe ospitare

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Dopo lo storico incontro tra Donald Trump e Kim Jong-un tenutosi a Singapore il 12 giugno 2018, che ha aperto una nuova era nelle relazioni tra la Corea del Nord e il mondo, ci siamo chiesti quali meeting epocali potrebbe e dovrebbe ospitare la città di Milano, che darebbe così lustro ai suoi ospiti e a sé stessa.

Un piccolo inciso, prima di cominciare: Singapore è una città stato.

#1 Trump – Kim Jong Un, ancora

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Il cardine delle trattative tra i due è la completa, totale e irreversibile denuclearizzazione della Corea: del Nord, secondo gli americani, della penisola, secondo i coreani.

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Insomma, c’è ancora tanto da lavorare: Trump ha già invitato Kim alla Casa Bianca, ma perchè non tenere una delle fasi dei negoziati nella bella e conciliante Italia?

 

#2 Trump – Conte

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Un altro invitato d’onore alla Casa Bianca è il nostro nuovo premier, il Professor Giuseppe Conte.

Prima o poi, quindi, anche The Donald andrà accolto in Italia: sia mai che l’incontro si tenga a Roma, con tutte quelle buche.

 

#3 Conte – Sarraj – Haftar

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Mentre qui si litigava, a tutti i livelli, per cercare di formare un governo, Macron ospitava i due signori della Libia, l’amico dell’ONU Fayez Mustafa al-Sarraj e l’amico dei russi Khalifa Belqasim Haftar, per assicurarsi voce in capitolo in quella che sarà la ricostruzione dello stato libico.

Anche se al momento abbiamo tre Presidenti del Consiglio, urge che almeno uno di loro prenda in mano la situazione, che riguarda da vicino noi e gli sbarchi che avvengono sulle nostre coste. Portiamoli sul Duomo.

 

#4 Salvini – Muscat

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Sempre per la teoria dei tre Presidenti del Consiglio, e restando sullo scottante tema immigrazione, pare proprio che sia Matteo Salvini, Ministro dell’Interno e ufficialmente vicepresidente del Consiglio, l’uomo più indicato per trattare con Joseph Muscat, Primo Ministro della reticente (ad accogliere i barconi in arrivo dalla Libia) Malta.

Così come “il buon Dio ha messo Malta più vicino della Sicilia alla Libia“, così siamo certi che Milano rappresenti la soluzione più comoda per un meeting che si preannuncia infuocato.

 

#5 Abu Mazen – Netanyahu

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Ogni tot Israele e Palestina si incontrano, si parlano, stipulano accordi, per poi puntualmente far saltare tutto. Oggi Netanyahu e Abu Mazen, al secolo Maḥmūd ʿAbbās, sembrano quantomai lontani.

Dopo Madrid, Oslo, Hebron e Camp David, che sia un milanese la persona destinata a vincere il Nobel per la Pace?

 

#6 May – Tusk

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Dal punto di vista del Regno Unito, la Brexit si sta avviluppando sempre più in una spirale senza uscita, un vicolo cieco.

Da un Donald (Trump) all’altro (Tusk, Presidente del Consiglio Europeo), lo spirito di Milano potrà portare a più miti consigli entrambe le parti: provare per credere.

 

#7 MBS – Rouhani

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Per come stanno le cose al momento, sarebbe il summit più miracoloso: Moḥammad bin Salmān (conosciuto anche con la sigla MBS), superstar nascente dell’Arabia Saudita, che s’incontra con Hassan Rouhani, Presidente dell’Iran, già al centro di una grossa polemica in Italia per via delle statue coperte al suo arrivo ai Musei Capitolini.

Arabia Saudita e Iran stanno giocando tante partite, dall’embargo al Qatar alla guerra nello Yemen, fino alla supremazia del mondo islamico nell’eterna tenzone tra sunniti e sciiti, con un futuro atomico all’orizzonte. Scongiureremo tutto ciò sotto l’Arco della Pace?

 

#8 Putin – Poroshenko – Zakharchenko – Pasechnik

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L’implementazione finale del famigerato Protocollo di Minsk, che porterebbe alla normalizzazione delle tensioni tra Ucraina e Russia e ad una soluzione per lo status della Crimea, oltre che alla tanto agognata fine delle sanzioni verso Mosca. Insieme a Putin, gli invitati alla festa sarebbero il Presidente ucraino e i due maggiori rappresentanti delle due repubbliche separatiste filorusse in Ucraina, quella di Donetsk e quella di Lugansk.

Il sogno proibito di Salvini e Di Maio, da perseguirsi nella capitale economica italiana.

 

#9 Maduro – OAS

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Non ci facciamo mancare niente e quindi auspichiamo anche un dialogo tra Maduro, il sempre più isolato Presidente del sempre più in crisi Venezuela, e l’Organization of American States (OAS), il congresso che riunisce i 35 stati indipendenti delle Americhe, che risollevi una situazione che diventa più tragica ogni giorno che passa.

Poi potremo andare tutti in vacanza in Venezuela, il cui nome significa Piccola Venezia.

 

#10 Il G9

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Quanto è limitato il G7 senza la Russia, quanto sarebbe anacronistico un G8 senza la Cina? Confinato a trattare gli estremi della realizzazione della Nuova Via della Seta all’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai, con attori come Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan e Uzbekistan, il capo supremo cinese Xi Jinping, l’uomo più potente al mondo secondo Forbes, andrebbe invitato il prima possibile al tavolo dei dominatori della Terra.

Speriamo che Milano illumini la strada per restare in contatto con quello che, senza dubbio, diventerà il progetto più imponente e importante del XXI Secolo.

 

HARI DE MIRANDA

 

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Hari De Miranda
Giacché questa è la verità: ho abbandonata la casa dei dotti e ne ho chiusa la porta dietro di me.